Post un po’ anacronistico ed anche un po’
futuristico ma tant’è… Tra i vari documenti che mi è capitato di leggere
ultimamente ho trovato spunti interessanti, per quanto dire di difficile
attuazione vista la situazione del panorama politico italiano è alquanto
ottimistico, nella "Circolare destinata
a tutte le Pubbliche Amministrazioni Centrali contenente Indicazioni
metodologiche riferite agli adempimenti di cui all’art. 14 del D.L. 52/2012 (la
c.d. “Spending Review”) finalizzate al contenimento dei consumi di energia e
all'efficientamento degli usi finali della stessa".
L’obiettivo strategico, sicuramente ambizioso, che
si propone il documento, che è possibile scaricare qui, è quello di supportare le Amministrazioni
nell’innesco di un circolo
virtuoso di ottimizzazione della gestione ed utilizzo degli immobili a
disposizione, secondo un approccio che integri una corretta programmazione
della manutenzione, un utilizzo razionale degli spazi a disposizione in
funzione dei processi di lavoro ed un uso razionale delle risorse destinate a
garantire il funzionamento degli immobili (servizi ed utenze).
E’ un proposito che può apparire talmente
irrealistico (e forse irrealizzabile), che mi sembra valga la pena di essere
quantomeno citato nelle sue parti salienti, perché se potrà trovare una strada
impervia, come sono quelle che portano verso alla salvezza, per la sua, anche
parziale attuazione negli edifici delle PA, sicuramente offre spunti molto
interessanti a molti operatori della filiera dell’Efficienza Energetica.
Il documento parte con il tracciare ed illustrare
un possibile percorso logico (e già non è poco) e metodologico basato su
interventi ed azioni progressivamente sempre più articolate, che incidano sull’obiettivo
dell’efficienza energetica e cioè, in ordine di fattibilità immediata e
risultato sui costi (qualcosa di assimilabile all’approccio “Four Steps” per
gli interventi di efficienza energetica).
Si inizia con il porre in essere piccole azioni di
razionalizzazione dei comportamenti del personale, che incidano sulla ordinaria
fruizione dell’immobile e dei suoi impianti e dotazioni;
si punta poi ad avere a disposizione sistemi
organizzativi e informativi per governare in maniera strutturata le
problematiche correlate all’efficienza energetica degli edifici (Sistema IPER del
Demanio per la raccolta dati e comparazione dei consumi energetici);
si può quindi pianificare la realizzazione di
interventi più o meno complessi su edifici e impianti, finalizzati alla
riduzione del fabbisogno energetico degli spazi occupati, a valle di diagnosi
energetiche appositamente realizzate (ad es. predisporre un progetto di
razionalizzazione dei consumi energetici).
Anche queste indicazioni sono talmente logiche da
non essere per nulla scontate.
Il documento espone poi una serie di esempi sia di azioni
che di interventi di razionalizzazione e contenimento dei consumi energetici,
per poi giungere ad un’altro argomento interessante, affrontando il tema della
figura tanto nominata quanto ignota all’interno di molte pubbliche
amministrazioni: quella dell’Energy Manager.
E l’inizio del paragrafo dedicato a tale figura
è sufficientemente esplicito indicando come la figura dell'Energy Manager
rappresenti uno degli strumenti organizzativi fondamentali per avviare una
gestione strutturata della problematica.
L'incarico di Responsabile per l'energia, consiste nella raccolta e nell'analisi dei dati sui consumi energetici (e direi
che in molti casi questo compito, se portato a termine con la necessaria
precisione può rappresentare non solo il punto di partenza per tutte le successive
valutazioni, ma anche un primo grande risultato della figura dell’Energy
Manager, secondo il principio che non si può migliorare ciò che non si conosce)
e nella promozione dell'uso efficiente dell'energia nella propria struttura;
esso può essere svolto sia da un dipendente (qualora ve ne siano con la necessaria
competenza e che abbiano la possibilità di agire, in termini di risorse e
supporto, in maniera adeguata) sia da un consulente esterno, che se può
rappresentare un extra costo, può essere sicuramente più controllabile in
termini di raggiungimento dei risultati, misurabili anche come risparmio
energetico ed economico conseguito.
Il ruolo del responsabile è stato inoltre ampliato
da alcuni provvedimenti:
il D.Lgs. 192/2005 prevede per i responsabili
pubblici un ruolo di attestazione delle relazioni sugli edifici presentate ai
sensi della Legge 10/1991;
il D.M. 21 dicembre 2007 dà ai soggetti obbligati
che hanno provveduto alla nomina del responsabile la possibilità di presentare
direttamente progetti per l’ottenimento dei cosiddetti “certificati bianchi”;
il D.Lgs. 115/2008 prevede che il responsabile
assuma il ruolo di controparte nell’ambito dei contratti collegati ai servizi
energetici nel settore pubblico.
L’idea di disporre di un tecnico qualificato
recepisce le indicazioni dell’Unione Europea contenute nel D.Lgs. 115/2008 e
nei provvedimenti legati al Quadro Europeo delle Qualifiche.
Tale figura basa sull’interdisciplinarità il suo
punto di forza, garantendo il collegamento fra le indicazioni del management o
del decisore di vertice con la parte tecnica, costituendo uno strumento per
trasformare la sensibilità sul tema dell’energia e dello sviluppo sostenibile
in azioni concrete.
Direi che possiamo concludere con questo che è
sicuramente un ottima descrizione di quello che dovrebbe essere il ruolo dell’Energy
Manager, lasciando ai più arditi la lettura del resto del documento che
contiene altri spunti interessanti, nascosti in una Circolare dell’Agenzia del
Demanio, che merita sicuramente una lettura.
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