Riportiamo uno stralcio della relazione del Gruppo
di lavoro in materia economico-sociale ed europea istituito il 30 marzo 2013
dal Presidente della Repubblica (meglio noti come i saggi di Napolitano che
sono Filippo Bubbico, Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini, Enzo Moavero
Milanesi, Giovanni Pitruzzella e Salvatore Rossi), significativo sulla strada (possibile)
da adottare per la promozione dell’Efficienza Energetica.
Il settore energetico è uno di quelli in cui è
possibile coniugare meglio salvaguardia ambientale e crescita.
La Strategia Energetica Nazionale, approvata l’8 marzo 2013, ha indicato la promozione dell’efficienza energetica e lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili tra le priorità d’azione che devono essere adottate.
L’accrescimento dell’efficienza energetica può consentire di abbassare il costo dell’energia, di migliorare la qualità dell’ambiente e di attivare una massa di investimenti che potrebbero stimolare la crescita, soprattutto delle economie locali. Per raggiungere questi obiettivi si propone di:
La Strategia Energetica Nazionale, approvata l’8 marzo 2013, ha indicato la promozione dell’efficienza energetica e lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili tra le priorità d’azione che devono essere adottate.
L’accrescimento dell’efficienza energetica può consentire di abbassare il costo dell’energia, di migliorare la qualità dell’ambiente e di attivare una massa di investimenti che potrebbero stimolare la crescita, soprattutto delle economie locali. Per raggiungere questi obiettivi si propone di:
rivedere il rapporto tra incentivi all’efficienza
energetica e quelli allo sviluppo di energie rinnovabili: nel 2012 in Italia si
sono spesi solamente 500 milioni di euro per incentivi all’efficienza
energetica, a fronte dei 6,5 miliardi di euro impiegati per incentivare le
fonti energetiche rinnovabili;
mantenere la detrazione fiscale del 55 per cento
accordata agli investimenti effettuati nella riqualificazione energetica degli
edifici. Tale detrazione, che è vicina alla scadenza, dovrebbe essere
quantomeno prorogata o, meglio, resa permanente;
introdurre o rafforzare standard qualitativi minimi
degli edifici in termini di efficienza energetica;
definire direttive precise per aumentare
l’efficienza energetica degli edifici pubblici e promuovere politiche di
green-government, alle quali collegare incentivi, ad esempio consentendo di
reimpiegare parte dei risparmi conseguiti nel sistema premiale del personale;
sviluppare il sistema dei “titoli di efficienza
energetica” (noti come “Certificati bianchi”), il quale prevede che i
distributori di energia elettrica e di gas naturale debbano raggiungere annualmente
determinati obiettivi di risparmio di energia primaria e che possano adempiere
tale obbligo anche acquistando “certificati bianchi” da altri soggetti nell’apposito
mercato organizzato dal Gestore del mercato elettrico.
Perseguire il risparmio energetico non significa
certamente abbandonare la promozione ed il sostegno delle energie rinnovabili,
i cui meccanismi di incentivazione andrebbero però razionalizzati. Infatti, la
forte incentivazione ha comportato notevoli oneri per gli utenti finali. Se quindi
è opportuna una revisione delle voci di bolletta costituite da “altri oneri di
sistema”, occorre però evitare la retroattività di tali revisioni che
comprometterebbe l’equilibrio finanziario di investimenti già effettuati.
La profonda revisione degli incentivi andrebbe
controbilanciata dalla semplificazione delle procedure e dalla contestuale
riduzione degli oneri burocratici sopportati attualmente dalle imprese nel
processo di autorizzazione per i nuovi impianti. In ogni caso, va assicurata la
piena integrazione degli impianti da fonte rinnovabile nel sistema elettrico
complessivo. Il conseguimento di tale obiettivo passa attraverso lo sviluppo
delle infrastrutture di rete ed il miglioramento delle modalità di
dispacciamento.
Non si può che dire: parole
sagge!
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