sabato 2 febbraio 2013

Perchè le ESCo possono (e devono) crescere

Riportiamo alcune considerazioni interessanti di Sergio La Mura, Direttore Ricerca & Sviluppo Siram SpA, su perchè anche, e forse proprio, in una congiuntura economica e finanziaria sfavorevole le società che offrono servizi energetici possono crescere.
"Viviamo in tempo crisi, è un dato di fatto. Crisi non soltanto economica. Negli ultimi anni ne sono esplose in successione di diverse tipologie, come già era successo in passato, ma in forma meno grave. Oggi sono in molti a ritenere che siano superabili solo portando a compimento la cosiddetta “terza rivoluzione industriale”. Una crisi economica e finanziaria che ha le sue radici anche nella tendenza sempre più diffusa a vivere al di sopra dei propri mezzi, contando su materie prime a basso costo e sulla possibilità di indebitarsi a piacere.
Una crisi ambientale legata principalmente al definitivo riconoscimento da parte degli scienziati di tutto il mondo delle alterazioni che i gas serra possono determinare nel clima del pianeta e al problema dello smaltimento dei rifiuti che cresce parallelamente a un inarrestabile sviluppo demografico. Una crisi energetica causata dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili e dal progressivo esaurimento delle risorse petrolifere. Una crisi geopolitica che vede alcuni paesi emergenti possessori di materie prime assumere atteggiamenti sempre più ricattatori nei confronti dei paesi industrializzati e consumatori. Una crisi delle infrastrutture che, in paesi come il nostro, sono sempre più obsolete e non in linea con il necessario sviluppo del sistema Paese, l’incremento della popolazione, del benessere e dei consumi. Una risposta possibile a questa convergenza di eventi che mettono in crisi un sistema che sembrava incapace di fermarsi gettando un’ombra sul nostro futuro, sta proprio in un nuovo modello di sviluppo, una “terza rivoluzione industriale” basata sulla massimizzazione dell’efficienza energetica e la minimizzazione degli scarti a ogni livello, facendo ricorso a: tecnologie a maggiore efficienza energetica, fonti rinnovabili di energia, forte impegno delle pubbliche amministrazioni e delle imprese private accomunate dal comune obiettivo del risparmio delle risorse (economiche, energetiche ed umane) e della riduzione del proprio impatto sull’ambiente.
In uno scenario del genere, la crescita di Siram, così come quella di tutte le società che in Italia possono definirsi un’ESCo (Energy Service COmpany), non è un fatto casuale. Piuttosto una logica conseguenza legata alle caratteristiche di un’impresa che ha i suoi punti di forza nella conoscenza approfondita del settore energetico (dalla produzione alla distribuzione a un panorama sempre più vasto ed eterogeneo di utenti), nel radicamento sul territorio italiano, dove è fondamentale avere rapporti consolidati con un gran numero di amministrazioni pubbliche e private.
Senza dimenticare gli aspetti non secondari dell’attenzione per le risorse umane, di un ricco bagaglio in termini di innovazione, tecnicamente ed economicamente sostenibile, e di ricerca e sviluppo, patrimonio di gruppi internazionali presenti in tutto il mondo e all’avanguardia nei settori dell’energia e dei servizi ambientali. Ma, a parte il caso specifico di Siram, vediamo ora come il sistema delle ESCo, nato negli Stati Uniti negli anni Ottanta per rispondere alle esigenze di riduzione dei consumi nei settori pubblico e privato, si sta consolidando anche in Italia in linea con la legislazione nazionale e comunitaria in materia di risparmio ed efficienza energetica.
Il Decreto Legislativo n. 115 che ha recepito la Direttiva UE n.32 del 2006 rivela, fin dall’art. 2, dove si trova un vero e proprio glossario del settore, la volontà di fare finalmente chiarezza su cosa si intenda per Servizio Energetico, ESCo, Contratto di Rendimento Energetico e Finanziamento Tramite Terzi. Per quanto riguarda la definizione di “Servizio Energetico” viene sottolineata l’esigenza che ne scaturisca sempre un miglioramento in termini di efficienza.
Analogamente, “ESCo” sono tutte le società che forniscono servizi per migliorare l’efficienza energetica di
impianti o edifici dei loro clienti, accettando un certo margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti da un’ESCo, infatti, si basa sull’ottimizzazione dei consumi energetici e sul raggiungimento di obiettivi di rendimento stabiliti. In questo modo, le ESCo contribuiscono a ridurre gli sprechi, sviluppare le fonti di energia rinnovabili e limitare le emissioni in atmosfera. Coerentemente in un “Contratto di Rendimento Energetico” i pagamenti sono correlati al livello di miglioramento dell’efficienza energetica stabilito contrattualmente, secondo le caratteristiche del contratto di risultato. Per quanto riguarda, infine, il “Finanziamento Tramite Terzi”, esso richiede la presenza di un terzo (che può essere un’ESCo) che fornisce i capitali necessari per migliorare l’efficienza energetica e addebita al beneficiario di tale operazione (il cliente della ESCo) un canone pluriennale pari a quello che già precedentemente aveva: una parte del risparmio energetico conseguito negli anni compenserà la ESCo. Volendo soffermarsi sugli innovativi aspetti introdotti dal Contratto di Servizio Energia, previsto dall’allegato II al Decreto, è importante ricordare come esso offre dei requisiti minimi (certificazione energetica degli edifici; canone all-inclusive di beni e servizi; presa in carico da parte del fornitore del ruolo di Terzo Responsabile dell’approvvigionamento e della trasformazione del combustibile, nonché della misurazione dell’energia prodotta in Conto Terzi e della rendicontazione periodica alle utenze; messa a norma e mantenimento in efficienza degli impianti) accanto ai quali il legislatore ne ha stabiliti altri che configurano il cosiddetto Contratto Servizio Energia Plus.
In particolare, esso favorisce il risparmio energetico impegnando il fornitore a ridurre l’indice di energia primaria per la climatizzazione invernale di almeno il 10% rispetto a quello indicato dalla certificazione energetica. Tale riduzione può essere ottenuta con interventi di riqualificazione energetica degli impianti o, dove possibile, con l’installazione di un sistema di termoregolazione.
In secondo luogo, a fronte dei maggiori investimenti richiesti, il Servizio Energia Plus prevede l’opzione del Finanziamento Tramite Terzi. Il Servizio Energia Plus viene così equiparato a un contratto di locazione finanziaria nel dare accesso a incentivi e agevolazioni finalizzate alla gestione ottimale e al miglioramento
delle prestazioni energetiche. Infine, per favorire la partecipazione economica da parte del fornitore all’investimento per il rifacimento integrale degli impianti e/o la realizzazione di nuovi impianti e/o la riqualificazione energetica dello stabile per oltre il 50%, la legge prescrive che la durata del contratto non sia soggetta alle limitazioni temporali (non meno di un anno e non più di dieci), previste per il contratto standard.
Insomma, una disciplina sempre più finalizzata a ottenere risultati concreti in termini di risparmio energetico, a favorire una maggiore selezione delle aziende operanti sul mercato, il finanziamento di attività di riqualificazione e rinnovamento degli impianti esistenti e il definitivo sviluppo del sistema ESCo in Italia.
Il sistema ESCo in Italia è ancora in via di definizione. L’offerta delle ESCo si compone di un mix di aspetti tecnici e aspetti finanziari. Anche per la difficile congiuntura in cui oggi ci troviamo, i secondi sono preminenti sui primi. Ad una ESCo si chiede soprattutto di realizzare un intervento chiavi in mano che comprenda anche il suo finanziamento, come se il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni in atmosfera fossero date quasi per scontate, mentre le principali aspettative della collettività si concentrano proprio su questo. Non solo. Oggi vi sono poche aziende in grado di garantire tutte le fasi del processo. Occupandosi solo di una parte del tutto, ogni azienda coinvolta tende a banalizzare il processo nella sua complessità enfatizzando il miglioramento che il proprio contributo ha comportato ai fini del risparmio energetico.
Tanto per fare qualche esempio: una caldaia che fa risparmiare un 15/20%, un regolatore automatico che incide per un 10% in meno e delle pompe di circolazione con inverter che potrebbero garantirci un altro 10/15%. In una situazione del genere, un progettista poco attento al contesto potrebbe pensare di ottenere la sommatoria dei rispettivi benefici. In realtà, a parte il fatto che i rendimenti si moltiplicano e non si sommano, bisogna tener conto del fatto che qualcuno elide e comprende l’altro. Inoltre, bisogna stare molto attenti a non confondere il rendimento massimo (potenza nominale) di un impianto con il suo rendimento effettivo nelle reali condizioni di funzionamento. L’esperienza ci insegna che i nostri impianti erogano il massimo della potenza solo per un tempo pari al 5/10 % della loro attività, mentre per un restante periodo essi funzionano a regime ridotto.
Questi errori piuttosto comuni fanno crescere le aspettative dell’uomo della strada in maniera del tutto infondata rovinando il mercato. Una vera ESCo, in quanto società di servizi energetici che integra tutte le fasi del processo, dovrebbe essere in grado di garantire risparmi energetici significativi ma realistici che spesso, ma non sempre, possono essere a due cifre (dal 7 al 15%).
Un miglioramento questo che dipende molto anche dalla situazione pregressa in cui si trovavano gli impianti prima della loro riqualificazione. In presenza di impianti nuovi o appena riqualificati, infatti, i rendimenti possono essere già ottimali e quindi il miglioramento possibile può essere anche meno rilevante. Ecco perché il Decreto 115 chiede che nei casi di nuovi contratti la ESCo garantisca un miglioramento dell’efficienza energetica pari ad almeno il 10%, mentre per i semplici rinnovi è sufficiente il 5%. Il legislatore, pertanto, è stato molto più realista di quanto non siano certi operatori del mercato che, con le loro eccessive promesse, rischiano di creare un’aspettativa troppo alta. È giusto che il mercato si abitui a operatori che si impegnino a garantire, anche da un punto di vista finanziario, risultati magari meno eclatanti ma certi. Come nel caso dei contratti di servizio energia plus dove i pagamenti sono in funzione del livello di miglioramento stabilito contrattualmente. Con le sue previsioni di risparmio più contenute e realistiche, una vera ESCo rischia talvolta di risultare meno efficiente di altre aziende e peggio ancora di apparire una speculatrice. Le ESCo ragionano secondo l’impostazione del contratto di Global Service (contratto a risultato dove ci si impegna al raggiungimento di obiettivi stabiliti contrattualmente), sulla base del principio puro delle norme Uni. Ne deriva uno dei principali motivi per cui ci si rivolge a una ESCo: l’impegno contrattuale a raggiungere un risultato anche da un punto di vista finanziario. Peraltro, al giorno d’oggi, il rischio è quello di vedere l’ESCo sempre più come una banca, un finanziatore, prescindendo molto, troppo dall’aspetto del risparmio energetico che, come abbiamo detto, viene sempre più dato per scontato.
Richiedendo alla ESCo un’esposizione finanziaria sempre maggiore è inevitabile che gli aspetti tecnici ne risultino sacrificati. Meglio sarebbe che in questi casi la ESCo fosse affiancata da una banca a garanzia del finanziamento delle opere, lasciando che ciascuno “faccia il suo mestiere”. Il sistema ESCo rischia di bloccarsi per questo sbilanciamento a vantaggio degli aspetti finanziari. Occorre, invece, trovare una convergenza tra l’esigenza di risparmiare soldi e quella di risparmiare energia senza snaturare il sistema."

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