sabato 2 febbraio 2013

Gli Enti Pubblici e l'Energia

Di seguito alcuni passaggi di un articolo che ho letto di recente di Dario di Santo della Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia (FIRE), un po' datato ma ancora molto attuale.
"Sull’uso dell’energia si fondano benessere e crescita di un Paese. Per l’Italia, che dipende dall’estero per l’85% del suo fabbisogno in fonti primarie, l’energia è anche un fattore strategico. Trattandosi di un sistema molto complesso, in stretta relazione con le reti europee ed extra-europee, per innescare dei cambiamenti sostanziali occorre ragionare in un’ottica di medio-lungo periodo. Si tratta di cambiamenti essenziali e auspicabili per varie ragioni.

L’efficienza energetica lato domanda rappresenta un valido strumento per incidere presso gli utenti in tempi brevi, consentendo di ottenere benefici energetici, ambientali, economici e di immagine per i singoli e per il Paese. Richiede però una forte azione nei confronti dei decisori pubblici e privati, degli installatori e dei venditori ed infine dei cittadini.
Una funzione centrale sotto questo punto di vista la può svolgere l’Amministrazione Pubblica: Regioni, Province e Comuni presentano il duplice ruolo di soggetti pubblici, chiamati ad agire sul territorio promuovendone lo sviluppo, e di attori privati, dotati di un parco di edifici e impianti tecnologici caratterizzati da consumi energetici importanti (ospedali, scuole, acquedotti, depuratori, etc).
L’energia incide su circa il 5-10% delle spese correnti di un Ente Locale. La spesa dell’Ente rapportata al numero di abitanti si aggira in media sui 40-70 Euro. Se si considera anche l’aspetto emissioni si comprende come intervenire possa risultare conveniente. Gli interventi possibili riguardano anzitutto la gestione dei contratti di fornitura e la messa a punto di una funzione di contabilità energetica efficace, che da sola è in grado di portare a risparmi consistenti per l’individuazione di errori nelle fatture e per l’ottimizzazione dei contratti. Quindi l’analisi dei consumi, l’individuazione degli sprechi e la realizzazione di interventi nelle aree di consumo principali:
illuminazione pubblica e semaforica;
impianti termici e condizionatori al servizio di edifici, ospedali, scuole;
illuminazione di interni e macchine per uffici;
impianti tecnici (acquedotti, depuratori, fogne, etc);
trasporti.
Le soluzioni tecnologiche non mancano. Per quanto riguarda il finanziamento degli interventi in alcuni casi si può ricorrere al finanziamento tramite terzi ed alle ESCO, le società in grado di offrire servizi energetici integrati con garanzia dei risultati condividendo l’investimento con il cliente (o effettuandolo in toto) e ripagandosi attraverso il risparmio generato per la durata contrattuale (5-10 anni). Non mancano gli incentivi statali, sia stabili, sia periodici (es. bandi del Ministero Ambiente per le fonti rinnovabili).
La Pubblica Amministrazione ha anche un ruolo pubblico e di indirizzo, andato crescendo a partire dalle riforme introdotte dai provvedimenti Bassanini negli anni Novanta e dalla riforma del Titolo V della Costituzione più recentemente.
Relativamente ad essa l’Ente può utilizzare i seguenti strumenti per promuovere l’efficienza energetica sul suo territorio:
finanziamenti ed incentivi (meglio se per diagnosi, progetti e monitoraggio);
fondi di garanzia;
strumenti legislativi e di pianificazione;
regolamenti edilizi;
gestione delle concessioni in ambito energetico;
creazione di un’agenzia per l’energia;
attività di formazione, informazione e comunicazione.
Le esperienze raccolte in diverse realtà nazionali costituiscono una buona base di partenza, replicabile e/o adattabile agli Enti. Un suggerimento in un Paese che si caratterizza per la più alta disponibilità di incentivi, ma anche per una capacità di sfruttarli molto bassa, è quello di usare con oculatezza le risorse economiche disponibili. Esse sono spesso insufficienti per programmi di incentivazione in conto capitale. Meglio pensare ad accordi con le banche per promuovere fondi di garanzia e prestiti a tasso zero, o usarle per azioni di diagnosi, comunicazione e monitoraggio.
Per affrontare con successo gli aspetti energetici ed ambientali, che rappresentano sempre più un’esigenza primaria per gli Enti Locali, la cittadinanza ed il territorio, è necessario disporre di una struttura adeguata, imperniata sul ruolo dell’energy manager e sulle figure di supporto alle sue attività. L’energy manager, dopo aver predisposto una contabilità energetica analitica, potrà quantificare le esigenze e l’entità delle risorse umane ed economiche da destinare alle attività energetiche.
Dal momento che l’energia si presenta come tema orizzontale, intersecando competenze di vari assessorati, è inoltre fondamentale che la struttura citata sia messa nelle condizioni migliori per operare.
La delibera di Giunta che dà mandato all’energy manager deve dunque indicare chiaramente dove e come tale figura si vada ad interfacciare con i diversi assessorati e le diverse funzioni comunali. In alternativa è possibile passare attraverso una determina dirigenziale, valida soprattutto se emanata dal Direttore Generale e purché a quest’ultimo siano attribuiti poteri di coordinamento dei dirigenti e del capo del personale.
L’energy manager può infatti supportare il Sindaco e la Giunta sia relativamente agli aspetti privatistici (controllo fatture fornitori energia elettrica, gas e altri combustibili per individuare anomalie, ricerca di migliori condizioni di fornitura, verifica dell’applicazione delle clausole contenute nei contratti di servizio, supporto alla predisposizione di capitolati di appalto per forniture e servizi energetici, etc), sia a quelli pubblici (supporto alla redazione di regolamenti e alle attività di pianificazione).
Sebbene altre voci possano risultare preponderanti, in termini assoluti una riduzione del 5% dei consumi di energia rispetto alla crescita tendenziale, quasi sempre possibile con interventi di tipo tradizionale, già in un comune nell’ordine dei 20.000 abitanti può giustificare un energy manager interno. Negli enti di dimensioni minori la scelta migliore è rappresentata da un consulente esterno. I risparmi ottenibili possono essere collegati a campagne di immagine e a interventi presso la cittadinanza (indirizzo, incentivo o obbligo), con un potenziale moltiplicatore degli effetti.
Contrariamente a quanto espresso dal partito dei catastrofisti, negli ultimi decenni si è fatto molto per migliorare l’uso dell’energia e per ridurre gli effetti negativi sul territorio. Il libro verde della Commissione Europea “Doing more with less” quantifica in circa un 40% la richiesta di energia primaria evitata rispetto alla domanda attuale grazie agli interventi di efficienza energetica realizzati a partire dagli anni Settanta.
Per ottenere i migliori risultati sarà fondamentale che le Istituzioni riacquistino credibilità e fiducia agli occhi della cittadinanza, passando da un’ottica di gestione delle emergenze (che va dai blocchi del traffico all’epopea senza fine dei rifiuti nel napoletano) ad un’azione basata su un’analisi seria del territorio e delle sue potenzialità, che riconosca che ogni intervento presenta degli aspetti negativi e che chi attende le soluzioni miracolose finisce per impedire il miglioramento della situazione. Tanti esempi dimostrano che si può fare bene, seguendo varie vie.
Chiaramente in un mondo che è passato in un secolo da un miliardo e mezzo di persone a oltre sei rispondere alle esigenze nutrizionali, di sviluppo e di sostenibilità non è facile, e farlo senza incorrere in guerre e forti squilibri è una sfida che deve coinvolgere ogni abitante del pianeta."

Nessun commento:

Posta un commento