mercoledì 25 luglio 2012

Le 10 tappe della Road Map degli Stati Generali della Green Economy

Presentiamo e commentiamo in questo post le 10 proposte formulate dall’Assemblea programmatica su Efficienza e Risparmio energetico preparatoria agli Stati Generali della Green Economy che vedranno il loro culmine il 7 e 8 Novembre prossimi a Rimini con la presentazione di una proposta di piattaforma programmatica sviluppata attraverso l’analisi dei potenziali positivi, degli ostacoli, nonché delle politiche e delle misure necessarie per migliorare la qualità ecologica dei settori strategici che verrà presentata al Ministro dell’Ambiente e ai rappresentanti del Governo, delle forze produttive, delle forze politiche e della società civile e discussa con i rappresentanti dell’OCSE e dell’UE.

In breve gli Stati Generali della Green Economy nati da un’idea del Ministro dell’Ambiente con le principali associazioni di imprese “green” italiane, hanno l’ambizione di promuovere un nuovo orientamento dell’economia italiana verso una green economy per aprire nuove opportunità di sviluppo durevole e sostenibile ed indicare la via d’uscita dalla crisi economica e climatica. Sono un’iniziativa che andrà ad inserirsi nel processo che l’Unione europea intende avviare per dare attuazione agli impegni presi nella Conferenza di Rio +20.
Ma esponiamo e commentiamo di seguito i 10 punti proposti:

1) Incrementare e razionalizzare gli investimenti e gli incentivi. Gli investimenti nel campo dell’efficienza coinvolgono decine di migliaia di imprese nazionali e portano un beneficio complessivo dal 50 al 500% più elevato rispetto agli oneri sostenuti dallo Stato (in Germania è stato valutato un rapporto da 1 a 5 tra incentivi ed entrate).

- Sicuramente una razionalizzazione degli investimenti per favorire lo sviluppo di un mercato dell'Efficienza Energetica maturo è auspicabile, come già scritto altre volte un obiettivo ambizioso, ma secondo noi necessario, sarebbe quello di sostenere la crescita (in termini di dimensioni e competenze) di Società di Servizi Energetici Italiane pronte poi a lanciarsi nei mercati esteri in forte crescita quando anche lì si svilupperà una richiesta di competenze e tecnologie per l'Efficienza e il Risparmio energetico -
2) Avviare un forte raccordo organizzativo tra tutte le associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza al fine di dialogare con maggiore efficacia con il Governo.

- Spesso le azioni di lobbyng, soprattutto nel campo delle Rinnovabili, hanno finito per portare a risultati non sempre coerenti e efficaci; crediamo che il contributo dei soggetti privati sia sicuramente prezioso (abbiamo sempre sostenuto come a nostro parere non si debba aspettare una spinta dalla politica ma le società private debbano sviluppare piani industriali indipendenti dai sistemi incentivanti temporanei), tuttavia l'invito alla politica, anche se un po' disilluso, è di muoversi con lungimiranza e coerenza sul percorso tracciato dall'UE -
3) Tenere conto, a livello normativo e delle incentivazioni, delle sinergie tra rinnovabili ed efficienza energetica destinate a rafforzarsi in settori come la nuova edilizia ad alte prestazioni energetiche, le smart grid e le riqualificazioni edilizie.

- Sicuramente una semplificazione normativa ed un raccordo tra le norme sulle prescrizioni in materia di Efficienza Energetica (in edilizia ma non solo) e obblighi e indicazioni sull'utilizzo delle Fonti Energetiche Rinnovabili è necessaria; poche norme, armonizzate, chiare e che facciano comprendere ai soggetti che devono osservarle qual è il percorso tracciato, con prescrizioni precise, verificabili, controllabili e sanzionabili -
4) Applicare la nuova Direttiva sull’efficienza energetica che prevede, tra l’altro, una roadmap al 2050 per la riqualificazione del parco edilizio e definisce l’obbligo di intervenire sul 3% dell’edilizia governativa ogni anno (l’edilizia pubblica spende 5 miliardi/anno di energia con consumi elevatissimi). L’obiettivo del 3% potrebbe essere esteso al proprio patrimonio dalle Province e dalle Regioni più avanzate; vanno fatti partire 10 cantieri “esemplari”.

- L'estensione dell'obbligo di riqualificazione del 3% annuo del proprio patrimonio edilizio, andrebbe estesa a tutti i soggetti pubblici, magari anche alzando la percentuale ed eventualmente facilitando, come peraltro indicato nella medesima Direttiva, l'utilizzo di contratti di prestazione energetica, che permettano di spostare gli investimenti e parte dei risparmi ottenibili, verso soggetti privati, che eventualmente possano accedere a determinate condizioni a fondi rotativi a questo finalizzati, a tassi agevolati e impegnandosi a garantire i tempi di ritorno degli investimenti realizzati grazie al risparmio energetico; si avrebbe una riqualificazione graduale del patrimonio edilizio a costo zero o quasi per lo Stato, a patto di favorire e non osteggiare l'iniziativa privata -
5) Definire, a partire dal 2015, per i nuovi edifici e le ristrutturazioni, nuove soglie di consumo massimo del 20% inferiori rispetto a quanto previsto dalle norme attuali per preparare il comparto dell’edilizia alla scadenza del 2021, quando tutte le nuove costruzioni dovranno essere “nearly zero energy”.

- Anche in questo caso la strada verso i Near Zero Energy building dovrebbe essere tracciata più chiaramente, da oggi (o come si dice, da ieri!) coinvolgendo i soggetti del settore (dagli investitori immobiliari, ai professionisti della pianificazione e progettazione, fino agli operatori, imprese e artigiani) con regole sempre più rigide e stringenti ma anche con incentivazioni; il rischio è ancora una volta di muoversi in ritardo, arrivando con norme frettolose a imporre limiti prestazionali per i quali il mercato non è preparato, rischiando di ripetere l'improvvisazione della Certificazione Energetica (di cui parleremo poi) con interventi di poca qualità e poco controllo dei consumi effettivi -
6) Garantire certezza nel tempo agli strumenti di incentivazione come le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche - ripristinando il 55% - e la prosecuzione al 2020 dei certificati bianchi, la principale arma per l’efficienza che potrà consentire un risparmio annuo, al 2020, di 11-13 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.

-  Qui abbiamo sempre sostenuto l'estensione del meccanismo dei Certificati Bianchi, che sebbene non debbano da soli determinare la fattibilità o meno di interventi di Efficienza Energetica, acquisendo stabilità, potrebbero essere inseriti nei Business Plan dei promotori di questo tipo di interventi, contribuendo, con la famosa armonizzazione delle norme di cui sopra, a diventare un elemento distintivo del mercato dei Servizi di Efficienza Energetica, non solo o non tanto dal punto di vista economico, quanto da quello tecnico dando la possibilità di quantificare e controllare i risparmi ottenibili -
7) Ridare forza, a partire da seri controlli, alla certificazione energetica degli edifici, uno strumento in grado di trasformare il mercato come è avvenuto per gli elettrodomestici nell’ultimo decennio.

- Come già accennato, avendone avuto esperienza diretta, la Certificazione Energetica ha avuto per essere benevoli, un impatto sul mercato immobiliare molto minore di quello potenzialmente ottenibile; il mercato degli Attestati di certificazione Energetica è ormai abbastanza deprimente per i professionisti coinvolti e, salvo rare eccezioni, ritenuto non attendibile e quindi non utile per una valutazione complessiva dagli acquirenti. Non si è riuscito (ed era difficile, lo ammetto...) a trasporre su scala nazionale l'esperienza della Provincia Autonoma di Bolzano con la certificazione CasaClima, di cui non sono un sostenitore estremista ma a cui non si può non riconoscere una credibilità e una garanzia di qualità che ha influenzato realmente il mercato, in tutti i suoi attori; certo portare uno strumento simile (non dico uguale, ma simile) da una scala locale con dimensioni e numeri ridotte ad una scala nazionale e di grandissima diffusione non era semplice, ma certo si poteva fare qualcosa di meglio, a cominciare proprio dai controlli -
8) Sostenere le piccole industrie non sottoposte alla Direttiva emission trading, che hanno difficoltà a identificare i vantaggi ottenibili con interventi di efficienza, attraverso incentivi per avviare Audit energetici.

- Anche questo è un nostro cavallo di battaglia, per il quale stiamo proprio sviluppando un'idea ad hoc per fornire uno strumento che aiuti proprio le PMI a individuare i possibili vantaggi e, per non distogliere capitali dal loro famigerato core business, ad accedere ad un mercato dei Servizi di Efficienza Energetica dove dovrà nascere un'offerta di Servizi adeguata, che offra interventi efficaci, risparmi garantiti, benefici condivisi, sostenendo l'impegno finanziario e il rischi tecnico dell'intervento; chiedo troppo? io credo che per imprese competenti e volenterose ci sia spazio, come già scritto in un altro post, vediamo se il mercato potrà crescere -
9) Migliorare l’efficienza degli usi elettrici che presentano un doppio dividendo: a quello diretto si somma quello derivante dalla riduzione della necessità di costruire nuove centrali. In Europa con interventi spinti sul fronte dell’illuminazione si potrebbero risparmiare 28 miliardi ed evitare la costruzione di decine di nuove centrali.

- L'Efficienza negli usi elettrici rappresenta sicuramente uno degli ambiti dove anche le ESCo già hanno in parte colto le opportunità di business e sempre più potrebbero diffondersi modelli di interventi anche a costi nulli per i beneficiari e con risparmi anche considerevoli, avendo in molti casi, bassi rischi tecnologici e alti potenziali di risparmio; oltre all'ambito dell'illuminazione (sia illuminazione pubblica con interi impianti da ammodernare che illuminazione per terziario e uffici pubblici) segnaliamo le potenzialità di risparmio con interventi sui motori elettrici in ambito industriale -
10) Stimolare soluzioni innovative per finanziare gli interventi di efficienza (deroghe al patto di stabilità per gli enti locali che si impegnano in questo percorso, finanziamento tramite terzi, fondi di rotazione, Energy performance contract, valorizzazione Esco, ecc).
- Ultimo punto ed altro aspetto che ci sta particolarmente a cuore, anche in questo caso noi puntiamo più decisamente sull'ipotesi di agevolare i soggetti privati ad attuare interventi di risparmio energetico, attraverso contratti standard, liste di servizi, qualificazione delle ESCo... piuttosto che favorire spesa pubblica; i soggetti pubblici, anche aggregando centri di consumo, dovrebbero dotarsi di Energy Manager dalla comprovata competenza e capacità, che fungano da controparte in appalti e contratti di prestazioni energetiche, ripagandosi sostanzialmente con i risparmi ottenibili con un adeguata capacità di trattativa anche dal punto di vista tecnico e di controllo sugli impegni e sui risultati ottenuti -
CI sembra che di materiale su cui lavorare in questi 10 punti ce ne sia decisamente molto, se volete aspettiamo i vostri commenti, le vostre proposte e le vostre critiche.

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