venerdì 29 giugno 2012

La Green Economy cammina sulle gambe delle persone

Sto navigando ultimamente nel mare agitato dell'economia che ruota intorno al tema dell'energia e più nello specifico dei servizi energetici, un po' per passione ed interesse ed un po' per necessità. Come ho più volte scritto sono convinto che, anche ed a maggior ragione in questo momento storico dell'economia italiana ed europea, il settore dei servizi energetici avanzati, intesi come quelli erogati da una E.S.Co. (Energy Service Company) "vera" (poi vi dirò cosa intendo) che analizza le possibilità di risparmio dei propri potenziali clienti, studia e propone le soluzioni più efficaci ed efficienti, si assume gli oneri per attuarle;
questo può avvenire anche attraverso strumenti finanziari innovativi (vedi Fondo rotativo Kyoto) di trovare le risorse per attuarli e si prende il rischio tecnico oltre che finanziario di monitorare e garantire i risultati in termini di risparmio energetico ed economico ottenibile, ecco, questo settore possa essere una "nicchia" (neanche troppo piccola) di mercato in cui il nostro paese (in un contesto europeo con diverse peculiarità) potrebbe specializzarsi, proponendosi quindi successivamente ai mercati emergenti, attualmente poco attenti alle tematiche legate al risparmio energetico per ovvi motivi.
Anche per questo guardo con particolare interesse questo settore e l'evoluzione delle realtà che su questa strada si stanno muovendo. Da questa osservazione non posso che trarre la conclusione che anche qui la prospettiva di veder nascere e sviluppare soggetti che possano ambire a proporsi sul panorama europeo ed extraeuropeo può e deve partire solo ed esclusivamente dalla lungimiranza, intraprendenza e coraggio di imprenditori illuminati, capaci e (a mio parere) lungimiranti che sappiano aprire e tracciare questa strada, sperimentando strumenti nuovi, intercettando esigenze a volte neanche espresse dai possibili beneficiari ed integrando un approccio che necessariamente debba sfruttare al massimo delle loro potenzialità i canali digitali e le opportunità di relazioni che offrono.
In questa riflessione un soggetto centrale potrebbe essere quello delle società definite appunto E.S.Co. in grado di sperimentare e offrire servizi avanzati. Intendendo però non il calderone delle quasi 2000 (dato non aggiornato) ESCo "accreditate" dall'AEEG per l'accesso al sistema dei Certificati Bianchi, ma appunto le ESCo che io definisco "vere". Qualche tempo fa anche il governo aveva dato l'impressione di voler dare un'accelerata al mercato per favorire le società che effettivamente operano attraverso contratti avanzati di efficienza energetica. Ma ormai un po' disilluso ritengo che chi intenda intraprendere la strada che prima ho prospettato non possa aspettarsi particolari spinte o agevolazioni da parte della politica (di qualunque schieramento e anche "tecnica" decisamente troppo poco abituata a provvedimenti visionari e di lungo periodo, che devono essere inseriti in un quadro certo e chiaro che in Italia sembra spesso mancare), possa al massimo chiedere di non essere intralciato da burocrazia insuperabile e norme superate dai fatti, ed eventualmente sfruttare gli strumenti (tanti o pochi) che di volta in volta si trova a disposizione (appunto fondi per finanziare gli interventi e altre misure di incentivazione), dovendo però inserirli all'interno della propria strategia di impresa che non può fino ad oggi sposare linee "politiche" nazionali carenti.
Per questo io continuerò a scrutare l'orizzonte in cerca dei pionieri che per primi solcheranno il mare dell'efficienza energetica oltre la linea che divide l'ignoto dai servizi "standard" magari anche svolti egregiamente e con tecnologie eccellenti ma senza perdere di vista le sponde conosciute delle modalità operative seguite fino ad oggi; questo sconfinamento dovrà come dicevo portare con se nuovi modi di comunicare o, meglio ancora, interagire con i propri clienti attraverso strumenti che hanno abbattuto, a volte ribaltato, il rapporto tradizionale tra fornitore di servizi a cliente, a vantaggio di un nuovo approccio, ancora indefinito in cui clienti e fornitori sono sullo stesso piano (spesso molto virtuale) e si scambiano informazioni condividendo il percorso comune verso il risultato prospettato.
Io in questo mare, oltre ad osservare, provo sempre a sperimentare, in scala infinitesimale, questi nuovi canali, potenzialità, interattività, certo che dovranno completare il bagaglio di competenze, capacità, strumenti e dotazioni, comunque indispensabili per offrire qualità e risultati. Chiudo con una citazione su Twitter, piccolo golfo dei cosiddetti Social Network nel quale mi sono addentrato ultimamente, definito da Stefano Quadraro, digital PR e autore del blog Buzzabuglio (Guida alla sopravvivenza digitale) "strumento formidabile per costruire relazioni professionali e umane e fonte inesauribile di informazioni", definizione che sicuramente coglie a mio parere quello che è il potenziale insito in questi canali.

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