giovedì 15 dicembre 2011

Rapporto GreenItaly: l'economia verde sfida la crisi

La green economy è una delle strade principali per rilanciare, su basi nuove e più solide, l’economia italiana. Una prospettiva che nel nostro Paese si incrocia con la qualità, la coesione sociale, il talento, l’innovazione delle nostre imprese, fattori fondamentali per rendere competitivi i territori. Per conoscere quanto la nostra economia sia già oggi green, quali siano i territori e le imprese protagoniste, Unioncamere e Fondazione Symbola hanno dato vita al Rapporto Annuale GreenItaly. Un’occasione per mettere in rete conoscenze, competenze e promuovere le esperienze più avanzate e innovative diffuse sul territorio nazionale.
Dal Rapporto (il documento completo è scaricabile nella sezione Documenti & presentazioni nella fascia a sinistra del nostro sito; la presentazione sintetica del Rapporto del Segretario Generale di Unioncamere Claudio Gagliardi è raggiungibile cliccando sul titolo del post) risulta che il 38% delle assunzioni previste dalle aziende per il 2011 riguardafigure professionali legate alla sostenibilità: sono 227.000 sul totale delle circa 600.000 previste dalle imprese, secondo quanto annunciato da Unioncamere nel corso della 21a edizione di Job&Orienta durante il quale è stato presentato il Report.

In uno scenario preoccupante per l’occupazione giovanile, i Green Jobs sono, dunque, uno spiraglio di luce; sempre secondo il Rapporto il 23,9% delle imprese italiane - circa 370mila imprese, di cui 150mila industriali e quasi 220mila di servizi - tra il 2008 e il 2011 ha investito o investirà in tecnologie e prodotti green, scegliendo di coniugare qualità, innovazione e sostenibilità.
Delle 227.000 assunzioni riconducibili alla sostenibilità ambientale previste per quest’anno dalle imprese in modo trasversale su tutta la Penisola, circa la metà, pari a 97.600 unità (il 16,4% del totale), sono legate alle “professioni verdi” in senso stretto, ossia quelle dei settori delle energie rinnovabili, della gestione delle acque e rifiuti, della tutela dell’ambiente e, ancora, mobilità ed edilizia sostenibile, efficienza energetica.
In cima alla classifica per domanda di professioni più ampiamente riconducibili alla green economy, in termini percentuali, si colloca il settore delle costruzioni, con oltre il 70% delle assunzioni programmate). Notevole la domanda di  professioni green anche da parte dell’industria manifatturiera con più della metà del fabbisogno complessivo.
Rispetto alle dimensioni delle imprese, la richiesta di professioni verdi in senso stretto e di professioni riconducibili alla green economy appare più consistente nelle micro imprese (da 1 a 9 addetti) e nelle piccole imprese (da 10 a 49). La domanda più elevata di figure professionali green è inoltre maggiormente diffusa tra le imprese del Sud.
Inoltre, le imprese più ecocompatibilmente orientate tendono a consolidare il rapporto di lavoro, formalizzando con i lavoratori contratti a tempo indeterminato in misura maggiore rispetto alle imprese “tradizionali”: nel 48% dei casi contro il 43%.
Ma quali sono le professioni più richieste? Esse riguardano in parte figure nuove, in partespecializzazioni di professioni già esistenti, legate a nuove tecnologie, crescenti bisogni socioeconomici e necessità ambientali. In particolare, i più “gettonati” sono: l’auditor esperto in emissioni di gas serra in atmosfera, il tecnico superiore per industrializzazione, qualità e sostenibilità dell’industria del mobile, lo statistico ambientale, l’operatore marketing delle produzioni agroalimentari biologiche, il risk manager ambientale, l’ingegnere dell’emergenza, ilprogettista di architetture sostenibili e l’esperto del ciclo di vita dei prodotti industriali.
Le imprese però segnalano difficoltà a reperire il 30,3% dei green jobs in senso stretto e il 28,1% delle figure riconducibili alla green economy. La ricerca segnala inoltre che il 15% circa del fabbisogno di green jobs rischia di rimanere insoddisfatto a causa di un’inadeguata preparazione dei candidati, per lo più non connessa a competenze acquisibili on the job, a differenza di quanto avviene invece con frequenza per le professioni non riconducibili alla green economy.
Ma l’offerta formativa si sta adeguando: nell’anno accademico 2011/2012 sono stati attivati 193 corsi di laurea in 54 atenei sui temi della sostenibilità ambientale, dei quali oltre un terzo al Sud. Sempre nell’ambito green, nel periodo 2002-2010 sono stati istituiti 91 dottorati di ricerca sul tema e, su 59 Istituti tecnici superiori, partiti o in avvio proprio in questi mesi, ben 17 riguardano l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile.

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