Avendo avuto modo di approfondire le esperienze europee nell’ambito degli strumenti regolatori per l’efficienza energetica per la candidatura ad un assegno di ricerca finalizzato proprio allo studio di questa tematica (per la quale per inciso è stato affidato poi l’incarico ad una collega a cui colgo l’occasione per augurare un buon lavoro ed un proficuo ed utile risultato) mi sono convinto ancora di più, come già più volte scritto e sostenuto, che l’unico orizzonte entro cui possano avere un senso politiche energetiche incisive è quello europeo, ambito minimo per poter prospettare risultati significativi e efficaci rispetto ad un mercato energetico sempre più globalizzato e vorace.
In quest’ottica anche le politiche incentivanti per interventi di risparmio energetico e per la promozione delle fonti rinnovabili dovrebbero collocarsi entro un quadro condiviso fino a fondersi in un sistema regolatorio unico che sviluppi un mercato dei servizi di efficienza energetica comune; un’ottima base di partenza può essere sicuramente il sistema dei Certificati Bianchi, che potrebbe, semplificato, potenziato e esteso a tutte le tipologie di intervento di efficienza energetica, diventare lo strumento unico, controllabile e quantificabile di incentivazione dell’efficienza energetica; proprio in questo periodo l’Autorità per l’Energia Elettrica e il gas sulla base di quanto previsto anche dall’ultimo Piano d’Azione sull’Efficienza Energetica sta lavorando alla revisione di tale meccanismo; proprio questa sarebbe un’occasione, con un po’ di coraggio e competenza, di proporsi all’Europa come nazione guida elaborando uno schema che sia davvero estendibile alle varie realtà europee e che ruoti attorno ai servizi offerti dalla Energy Service Company, tramite e garante degli interventi e delle misure e quantificazioni dei risparmi ottenibili, che siano il soggetto che colletta i contributi gestiti da un soggetto unico europeo e ne distribuisca i benefici alla collettività (soggetti privati ed enti pubblici).
In quest’ottica segnaliamo l’esperienza del progetto Change Best che analizza gli strumenti regolatori a livello europeo (il cui sito è visitabile cliccando sul titolo del post) e segnaliamo la "tabella di marcia" per un uso efficiente delle risorse redatto dalla Commissione europea, in cui ha stabilito una roadmap verso un’economia europea sostenibile ed un uso efficiente delle risorse al 2050.
Tornerò ancora su questo argomento in futuro auspicando che allora sia già in corso una convergenza degli strumenti per l’incentivazione dell’efficienza energetica a livello europeo, magari guidata proprio dall’Italia a livello politico e tecnico, non mancando in quest’ultimo ambito sicuramente la capacità e competenze per studiare ed applicare strumenti validi ed efficaci; in caso contrario temo che i vari strumenti nazionali, per quanto ognuno funzionante entro il ristretto panorama statale di applicazione, rischi di essere messi in crisi sia sul piano dei risultati attesi che della gestione da un approccio globale all’economica (rappresentato ad esempio da società di servizi energetiche multinazionali) che ne metta in luce le debolezze intrinseche anziché valorizzarne le potenzialità per tutti.
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