Riportiamo alcuni spunti da un intervista di Maria Antonietta Giffoni all’Ingegner Claudio Artioli, responsabile Energy Management del gruppo Hera disponibile sul sito Nextville in merito al rapporto statistico pubblicato dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas il 15 settembre scorso sul meccanismo dei Certificati Bianchi, salutato all’epoca della sua introduzione come una geniale intuizione di promozione dell’uso razionale dell’energia, che prevede che “lo stock di progetti presentati all’Autorità fino all’inizio di agosto potrà generare una disponibilità di TEE in grado di coprire dal 5% al 24% dell’obiettivo 2011, ed è di conseguenza ancora largamente insufficiente per consentire il raggiungimento dell’obiettivo 2012” .
Riportiamo in sintesi le conclusioni dell'Ingegner Artioli ad alcune possibili migliorie da apportare per rendere più efficiente il meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica:
La regola d’oro è quella di fissare regole semplici ed efficaci, facilmente attuabili senza eccessivi costi “documentali” e che diano certezze agli operatori che devono investire e sviluppare interventi di risparmio energetico. Per questo bisognerà disporre di numerose e più efficaci schede, in grado di garantire una vera remunerazione per le varie tipologie tecniche e che tenga conto dei reali costi di investimento, superando le sottostime di molte delle schede attuali che le hanno rese di fatto inutilizzabili.
Occorrerebbe, poi, facilitare la presentazione dei progetti a consuntivo che si prestano a rendicontare interventi di una certa consistenza, soprattutto in campo industriale, oggi talmente complessi da scoraggiare anche i professionisti più agguerriti.
Occorrerebbe, poi, facilitare la presentazione dei progetti a consuntivo che si prestano a rendicontare interventi di una certa consistenza, soprattutto in campo industriale, oggi talmente complessi da scoraggiare anche i professionisti più agguerriti.
Repentina soluzione della contrazione dell'offerta
Bisognerebbe risolvere in fretta il problema della penuria di certificati. A tale scopo sarebbe auspicabile che l’Autorità pubblicasse subito la revisione delle linee guida, almeno per la parte in cui si riconosce la Vita Tecnica degli interventi effettuati e in cui si riduce la dimensione minima dei progetti che si possono presentare.
Ma se questo sarà sufficiente a raggiungere gli obiettivi 2011 e 2012, sarebbe altersì auspicabile un intervento immediato che consenta ai soggetti obbligati di usufruire di un periodo di almeno tre anni per assolvere agli obblighi, già a partire dal 2011. Si avrebbe così il tempo di fare entrare a regime il "nuovo sistema".
Ma se questo sarà sufficiente a raggiungere gli obiettivi 2011 e 2012, sarebbe altersì auspicabile un intervento immediato che consenta ai soggetti obbligati di usufruire di un periodo di almeno tre anni per assolvere agli obblighi, già a partire dal 2011. Si avrebbe così il tempo di fare entrare a regime il "nuovo sistema".
Eliminare il principio di addizionalità e incentivare i rifacimenti
Il "nuovo sistema" dovrebbe incentivare gli interventi più strutturali e più costosi, rendere più semplice e meno onerosa la consuntivazione, eliminando il principio di addizionalità. Esso non è richiesto dalla Direttiva Europea e rende troppo complessa, costosa e soggettiva la valutazione dei progetti presentati, rischiando di introdurre una non sempre trasparente valutazione del progetto; il che costringe ad eccessive sottovalutazioni del risparmio ottenuto.
Il sistema dovrebbe poi essere adeguato per ammettere all’incentivo anche i rifacimenti. Si eviterebbe così l'installazione di apparecchiature meno efficienti quando si rinnovano gli impianti.
Andrebbe, inoltre, stimolato il rinnovo del parco tecnologico anche prima della scadenza della vita tecnica degli impianti.
Andrebbe, inoltre, stimolato il rinnovo del parco tecnologico anche prima della scadenza della vita tecnica degli impianti.
E, infine, dovrebbe essere mantenuta la possibilità di contabilizzare i Certificati Bianchi per interventi effettuati a partire dal 2005, visto che ciò è previsto dall’attuale normativa e anche dalla direttiva europea che, addirittura, consente di considerare interventi avviati a partire dal 1995.
Rilascio dei Certificati in un'unica soluzione
Sarebbe auspicabile rilasciare subito e in un’unica soluzione i certificati generati da schede standard, al fine di ridurre gli oneri finanziari e, quindi, il costo del sistema per chi deve sostenere gli investimenti. E dare la possibilità ai soggetti obbligati di annullare i certificati anche più volte durante l’anno, per incassare in tempi più rapidi il contributo tariffario e ridurre gli oneri finanziari.
Rimodulazione degli obiettivi
Gli obiettivi nazionali dovrebbero tener conto, oltre che della programmazione del Piano Energetico, anche della reale capacità del sistema di produrre certificati e del buco che si è venuto a creare. Per questo è auspicabile che gli obiettivi, già a partire dal 2012, visto che quelli del 2011 sono assegnati, vengano adeguatamente rimodulati.
Rivedere il meccanismo di mercato, ampliare la base d'obbligo e far decollare le ESCo
Occorrebbe rivedere il meccanismo di mercato per evitare fenomeni speculativi in caso di mercato corto. Potrebbe essere utile allo scopo introdurre, insieme a un allungamento del periodo di restituzione dei titoli, anche una scadenza degli stessi a tre anni, al pari di quanto si applica ai Certificati Verdi.
Con l’esaurimento degli interventi più massivi e semplici, si devono incentivare interventi più strutturali e costosi. E questo si può fare solo adeguando l’attuale contributo tariffario fissato con la delibera del 2008.
Infine, va rimarcato che oggi solo i distributori di gas ed energia elettrica sono soggetti obbligati a produrre Certificati Bianchi. Nel dare attuazione al Dlgs 28/11, andrebbe ampliata la platea dei soggetti obbligati anche ai gestori di infrastrutture energivore, come ad esempio acquedotti, ferrovie e trasporti, in modo da stimolarli maggiormente ad intervenire sulle proprie attività.
Con l’esaurimento degli interventi più massivi e semplici, si devono incentivare interventi più strutturali e costosi. E questo si può fare solo adeguando l’attuale contributo tariffario fissato con la delibera del 2008.
Infine, va rimarcato che oggi solo i distributori di gas ed energia elettrica sono soggetti obbligati a produrre Certificati Bianchi. Nel dare attuazione al Dlgs 28/11, andrebbe ampliata la platea dei soggetti obbligati anche ai gestori di infrastrutture energivore, come ad esempio acquedotti, ferrovie e trasporti, in modo da stimolarli maggiormente ad intervenire sulle proprie attività.
E da ultimissimo, ma forse il punto più importante di tutti, mettere in condizioni le ESCo di decollare.
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