sabato 3 settembre 2011

Dove va l'Efficienza Energetica?

Dopo un periodo di silenzio dovuto agli impegni professionali, ritorno a postare, con l'intenzione come evidenziato nel precedente post, nonché nella nuova sezione del sito, di affiancare ai contenuti di natura tecnica, ormai ridotti all'essenziale per il limitato tempo a disposizione da dedicare all'aggiornamento del sito, un contenuto "culturale", senza alcuna pretesa di fornire una linea filosofica od economica, ma con l'obiettivo, che guida anche le mie stesse prospettive professionali, di aprire una discussione ed un confronto che vada oltre i meri contenuti tecnici, ma permetta di affrontare il presente momento di stallo socio-economico con uno sguardo che dia speranze anche ai soggetti più giovani, e quindi di per sé portatori di idee innovative, di trovare una propria collocazione che permetta la valorizzazione degli spunti più valenti.
Per ripartire intendo, come sintetizzato dal titolo del post, proporre alcuni argomenti che spero di poter approfondire nelle prossime settimane, che guideranno il settore dell'efficienza energetica, aprendo prospettive per nuove iniziative in questo ambito, nel quadro normativo ed economico nel settore del risparmio energetico che affannosamente e non senza alcune contraddizioni si delinea.
I 5 punti sintetici di spunto che intendo prossimamente approfondire sono i seguenti:

1) Piano d'Azione per l'Efficienza Energetica - E' stato recentemente pubblicato, ed è disponibile anche tra i documenti disponibili nell'archivio del sito e scaricabili qui a lato, il Piano d'Azione per l'Efficienza Energetica 2011. Nelle intenzioni del Governo e nelle richieste dell'Europa potrebbe configurarsi come lo strumento che delinei un orizzonte temporale di medio periodo e metta a sistema tutti i provvedimenti della politica nazionale e gli strumenti incentivanti per aggiungere obiettivi specificati e quantificabili di efficienza energetica. Sto analizzando tale documento e le possibili potenzialità e ricadute, non appena terminato pubblicherò uno specifico post a riguardo;
2) Patto dei Sindaci / Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile (SEAP) - Questi strumenti, anche se l'Italia si è simostrata all'avanguardia per il numero di Comuni aderenti, non sono forse ancora completamente compresi e valorizzati dai politici locali: in un futuro in cui la ristagnazione urbanistica e l'evoluzione in termini di costruito si prospetta decisamente inferiore agli ultimi decenni, questi strumenti di pianificazione energetica, a livello comunale, che dovranno essere inevitabilmente coordinati tra di loro, si prospettano come i veri strumenti regolatori del cambiamento concreto delle nostre città, delineando (in teoria in modo anche abbastanza circoscritto), gli obiettivi in termini di riduzioni di emissioni e quindi di efficientamento energetico previsti sul territorio sia di natura pubblica che privata;
3) Norme UNI EN 16001 e ISO 50001 - Queste norme tecniche di riferimento per i cosiddetti Sistemi di Gestione dell'Energia (SGE) all'interno di organizzazioni di qualsiasi natura e dimensione, potranno avere nel futuro, anche su impulso di agevolazioni ed incentivazioni a ciò finalizzate, un impatto paragonabile o forse superiore a quello avuto dalle norme ISO 9001 sulla qualità e ISO 14001 sulla gestione Ambientale; Queste norme, finalizzate al miglioramento continuo dell'efficienza energetica nei processi operativi, descritte brevemente in un precedente post, se adeguatamente inserite nel sistema di gestione dell'organizzazione, possono avere a fronte di limitati costi aggiuntivi, eventualmente reperibili attraverso finanziamenti o strumenti innovativi, riduzioni dei costi energetici che vanno ben oltre i tempi di ritorno (non sempre brevissimi) degli investimenti sostenuti. Per un'applicazione realmente incisiva delle norme si ritiene fondamentale l'individuazione e la definizione di indici di Benchmark di prestazione energetica di riferimento per ogni settore e ambito di applicazione che possano essere paragonati a fronte della parametrizzazione dei consumi delle singole organizzazione e diventare così gli indici obiettivo di processi energeticamente efficienti.
4) Proposta di Direttiva europea in sostituzione della Direttiva 2006/32/CE - La proposta di una nuova direttiva del parlamento europeo sull'efficienza energetica non potrà che delineare uno scenario continentale entro cui poi i singoli stati si muoveranno. In questo periodo socio-economico, come peraltro sostenuto da più osservatori molto più autorevoli di me, ritengo che la ripartenza e quindi la crescita economica dell'Italia, non possa in alcun modo essere slegata da un contesto europeo che solo può permettere alle varie economie nazionali europee di non soccombere in un panorama globalizzato dove ormai non solo i prodotti ma anche i servizi viaggiano a velocità ridotta tra le diverse parti del pianeta; pertanto, anche per chi offre servizi in ambito di efficienza energetica, la prospettiva europea diventa quella di riferimento, non solo per i limiti da rispettare per non incorrere in sanzioni, ma anche per la possibilità di creare un settore di eccellenza nel mercato globale, in cui l'europa, non competitiva nell'ICT o nel manifatturiero con le grandi potenze emergenti possa ritagliarsi uno spazio di eccellenza nel settore dell'efficienza energetica, magari esportabile fra qualche anno a realtà per cui attualmente non è un aspetto determinante.
5) Ultimo punto, sicuramente più circoscritto dei precedenti ma che ci tengo a segnalare, è il progetto di norma UNI sulla Diagnosi Energetica, attualmente in inchiesta pubblica e quindi visionabile sul sito UNI; per interventi significativi sul patrimonio esistente, un riferimento comune su quella che fin ora è stata spesso un esercizio di fantasia sia per modalità operative che per risultati proposti come la Diagnosi Energetica può rivelarsi uno strumento importante per paragonare esperienze di Diagnosi ed efficientamento, magari integrando la norma con i già citati indici di riferimento di efficienza energetica per diversi ambiti. In ogni caso la norma può essere uno strumento utile oltre che per i professionisti attivi nel campo (Energy Manager, ESCO, progettisti e consulenti in genere) anche per i proprietari di patrimoni o realtà produttive che intendono valutare la possibilità di ridurre i propri costi energetici e possono avere uno strumento per definire un rapporto proficuo e il più possibile chiaro con i fornitori a cui intendo rivolgersi per tali valutazioni anche se non in possesso nel proprio organico di specialisti.
Come detto in precedenza spero nelle prossime settimane, impegni permettendo, di approfondire alcuni di questi argomenti, partendo sicuramente dal Piano d'Azione per l'Efficienza Energetica evidenziando le prospettive e le opportunità offerte.

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