Il letame può essere rappresentato, almeno per gli esponenti del pensiero liberista ai quali mi accodo con riverenza, dall'esito inatteso, ma forse neanche troppo... del referendum e dal raggiungimento del quorum (qui ci riferiamo ai quesiti che hanno a che fare con l'energia e i servizi pubblici locali lasciando ogni commento sul quesito riguardante il legittimo impedimento ai commentatori politico-giudiziari)... e il fiore?
Il fiore può essere rappresentato da quello che è diventato uno dei baluardi della fazione pro no in particolare per i quesiti sui servizi pubblici locali (ossia la privatizzazione dell'acqua che dalla sempre efficientissima gestione statale avrebbe rischiato di passare nelle mani di faccenderi senza scrupoli pronti a lasciare a bocca asciutta qualche vecchietta in qualche paese troppo lontano e magari anche in quota pur di non rimetterci qualche centesimo di euro nei dividendi di fine anno...) e che è rappresentato dal sito diretto dall'impeccabile Oscar Giannino e che fa riferimento all'emerito Istituto Bruno Leoni: in particolare si segnala il meritorio contributo di Carlo Stagnaro di cui vi invitiamo a ripassare in sintesi la lunga serie di articoli sul buco nell'acqua.
Speriamo dunque che l'attenzione meritata in questi giorni dal sito e dalle realtà che fanno riferimento all'idea che lo muove possa continuare, portando sempre più persone, anche nel bel paese "statalista" a valutare con obbiettività, attenzione e quando possibile anche un pò di competenza numeri e fatti, che sono sempre la chiave per comprendere la realtà, e magari a credere un pò di più nella libera e coraggiosa imprenditorialità individuale anzichè affidarsi alla magnanimità dei nostri generosi politicanti affinchè possano continuare ad omaggiarci con la loro generosa fornitura di acqua pubblica e con i loro cari incentivi alle necessarie (purchè sostenibili veramente) energie rinnovabili...
Chiudiamo quindi proprio con quanto scritto da Oscar Giannino a seguito dell'esito referendario augurandogli che possa essere così... ...e ancora meglio:
"...La visibilità che abbiamo ottenuto e l’esperienza che abbiamo naturato in questi referendum – per dire, il nostro Chicago blog è diventato il punto di riferimento inn poche settimane di tutti coloro che volevano controinformazione antiddemagogica basata su numeri e fatti, in materia referendaria – ci devono convincere che anche magari nostro malgrado abbiamo un ruolo crescente ed evidente. Un ruolo innanzitutto culturale, non penso a un ruolo partititico per la cui scelta ciascuno è giudice. Il grande compito di affidare a letture e scrittura, riflessioni e confronti, la difesa più energica e determinata della prospettiva liberale e di mercato: seccamente antistatalista in materia fiscale e di iniziativa economica; fortemente personalista in termini di diritto naturale, contro ogni riemergere nostalgico di collettivismo statuale; radicalmente garantista e non giustizialista in materia di ordinamento e procedura giudiziaria; per la sussidiarietà dal basso contro ogni centralismo dirigista; per la flessibilità liberamente contrattata contro ogni ingessatura del mercato del lavoro come dei servizi e delle professioni..."
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