Segnaliamo un interessante articolo a firma di Giovanni Boggero pubblicato sul sito Chicago-blog diretto da Oscar Giannino (per visualizzare l'articolo cliccare sul titolo del presente post). L'articolo, di cui riportiamo alcuni passaggi, riguarda l'aumento delle bollette elettriche che aspetta i consumatori tedeschi per far fronte alle tariffe incentivanti previste per i produttori di energia elettrica da impianti fotovoltaici.
In particolare si evidenzia come l'EEG-Umlage e che rappresenta quel contributo aggiuntivo, che chiunque paghi la bolletta in Germania è tenuto a sobbarcarsi per garantire l’elargizione dei sussidi ai fruitori di energie rinnovabili, che l'anno venturo, stando a quanto riportato da Boggero, schizzerà verso l’alto (da 2,047 cent a 3,530 per kWh) comportando un aumento della bolletta intorno ai 70 euro all’anno per famiglia, a causa dell’aumento della produzione di energia ecologica sul totale.
Tra i motivi del repentino aumento della produzione di energie rinnovabili riportati nel pezzo (che ricorda come comunque l'energia solare contribuisca per l’1% alla produzione nazionale di energia in Germania), si indica la corsa all’acquisto di un pannello fotovoltaico da parte di moltissimi tedeschi, desiderosi di sfruttare le feed-in-tariffs (tariffe incentivanti) prima dei tagli destinati ad entrare in vigore nel mese di ottobre 2010 (-3%), a gennaio 2011 (fino a -13%) e a gennaio 2012 (fino a -21%) a seguito dell’approvazione del taglio alle sovvenzioni per il fotovoltaico deciso dal Parlamento tedesco che porterà alla definitiva cancellazione dei sussidi, prevista entro il 2030.
L'articolo si conclude ponendo la questione, facendo riferimento a possibili proteste degli ambientalisiti, se il solare sia competitivo e allora i sussidi non servono più e vadano pian piano ridotti oppure il solare non è competitivo e perciò deve continuare a rimanere a carico di tutti i contribuenti.
A tal proposito noi pensiamo che la strada da percorrere sia quella che porta ad un energia elettrica da fonte solare a prezzi competitivi con quelle prodotta dalle altre fonti, lasciando allora la libertà di scelta a produttori e consumatori sulle tipologie di impianti da preferirsi senza finanziamenti a vantaggio di una fonte sull'altra; tuttavia, proprio per arrivare a un tale quadro energetico, sicuramente auspicabile nel medio termine, lo stato esercitando le sue funzioni di indirizzo politico, può utilizzare gli strumenti a propria disposizione, tra i quali incentivazioni e agevolazioni fiscali, per favorire un settore non ancora maturo per competere con i grandi impianti di produzione di energia a fonti tradizionali. Se è vero che tali strumenti inevitabilmente debbono essere a carico della collettività, è altrettanto vero che la questione evidenziata da Boggero è di sicura attualità anche per il nostro paese, ove gli incentivi, non adeguatamente governati dallo stesso stato che invece adeguatamente ne esige la copertura da parte della collettività con i contributi in bolletta e non correttamente stimati al fine di garantirne una sostenibilità nel percorso programmatico verso la cosiddetta grid-parity del fotovoltaico, finiscano in gran parte nelle tasche di speculatori delle energie rinnovabili, moderni immobiliaristi dell'energia senza particolari sensibilità ambientali se non quelle di un business plan sostenibile, rischiando di far deviare il treno del mix energetico dal binario che porti ad uno scenario ambientale ed economico, questo sì, realmente sostenibile per la società.
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